Mattinata intensa quella organizzata dall’Istituto Alessandro Volta di Latina per celebrare il Giorno della Memoria. Nell’auditorium della scuola sono stati gli stessi studenti di medie e superiori a essere protagonisti. Hanno cantato, hanno mostrato un documentario ben fatto e hanno letto alcuni racconti di Io ho visto. Insieme a loro, gli attori Clemente Pernarella e Melania Maccaferri che hanno interpretato le storie di Fernando Piretti e Cesira Pardini. Ecco il racconto che della mattinata ha fatto il sito di Radioluna.
“Oggi parliamo del passato pensando al presente, al Mediterraneo che inghiotte gente ogni giorno, alle stragi in Siria e alle altre che ci sono nel Mondo”. Lo dice Pier Vittorio Buffa, giornalista del gruppo Repubblica, per anni all’Espresso, autore di “Io ho visto” il libro scelto dall’Istituto Comprensivo Alessandro Volta per ragionare sugli eccidi durante l’occupazione tedesca dell’Italia tra il 1943 e il 1945 e sulla necessità di coltivare il ricordo di quei fatti perché ci facciano da guida nella storia di oggi e nelle scelte della vita.
“Le stragi nazifasciste in Italia sono state talmente tante che nessuno sa dire esattamente quante persone morirono, quindicimila, ventimila, forse di più. Una guerra condotta contro i civili per fare il vuoto intorno alle truppe partigiane, ma soprattutto contro la Resistenza della quotidianità”, racconta Buffa al teatro Ponchielli davanti a decine di ragazzi illustrando il lavoro fatto in collaborazione con la moglie Paola Medri.
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E’ il Giorno della Memoria visto da Latina, la città nata con il Fascismo che non vuole rinnegare la storia. E’ il settantunesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, giornata scelta dall’Onu per ricordare le vittime dell’Olocausto. “Con il tempo il significato di questa giornata si è allargato facendola diventare sempre di più occasione per ricordare, oltre alle vittime dell’Olocausto, le vittime di tutte le guerre e di tutte le violenze. Un impegno a diffondere i principi di pace e fratellanza esorta l’autore del libro sul suo sito.
Al Ponchielli va in scena la buona scuola: sullo schermo scorre un video prodotto dai ragazzi del liceo scientifico Grassi, si sentono le musiche suonate dagli allievi della sezione musicale della Volta, le letture degli studenti del Classico e della scuola media, quelle di due genitori che per mestiere fanno gli attori, Clemente Pernarella e Melania Maccaferri. Tutte storie tratte dal libro di Buffa nel quale scorrono come in un film le vite di 33 persone, per lo più ragazzini e ragazzi, scampati per caso alla morte, ma che hanno visto cadere mamme, papà, nonni, fratelli, amici. Loro hanno visto. E non hanno dimenticato.
La giornata è stata introdotta dalla dirigente del’istituto Comprensivo Volta, Claudia Rossi. E’ intervenuta Maria Letizia Parisi, Presidente Società Filosofica Feronia, curatrice del libro “La guerra vista da un bambino”; ha moderato il responsabile della redazione di Latina del Messaggero, Vittorio Buongiorno. L’organizzazione dell’evento è stata stata curata in collaborazione dalle insegnanti di lettere Roberta Caiazza, Rita Di Marco, Luisa Fiorito e Giusi Merola e dalle docenti di musica Patrizia Pomilia e Rita Bove dell’Istituto Comprensivo Alessandro Volta.
Hanno partecipato in ordine di apparizione: Gioele Di Sauro al pianoforte con la colonna sonora di Schindler list; gli alunni della 3^ D del Liceo Scientifico Grassi, coordinati dalla professoressa Teofani autori del video “Per non dimenticare”; Mattia Del Mastro e Xavier Piacentini della scuola Volta; gli alunni della V Ginnasio del Liceo Classico Alighieri, coordinati dalla Prof.ssa Verrengia; Clemente Pernarella attore; gli alunni della Volta Elisa Di Mezza, Francesco Tamburini e Irene Tagliaferri; Sara Sorbellini alla voce con Elisa Bonomo al pianoforte in “Beautiful that way”; gli alunni V A del Liceo Classico Martina Urbani, Stefano Rosso, Sara Di Marcantonio; l’attrice Melania Maccaferri; Martina Crivellari ha cantato Lili Marleen. La chiusura è stata affidata alle note della canzone Sussidiario di un vecchio bambino di Luca Bussoletti ispirata al libro di Pier Vittorio Buffa.
Questo invece l’articolo scritto per il Messaggero da Vittorio Buongiorno.
Xavier racconta la storia di Gino che aveva vent’anni ed è sopravvissuto al colpo di grazia. Martina ripete con la voce tremante le parole di Lauretta. Elisa e Sara suonano e cantano una struggente «Beautiful that way». E poi Mattia che dà voce ad Antonino e Irene a Maddalena.
Davanti a loro duecento studenti della scuola media Alessandro Volta riuniti lì nel giorno della memoria. Per ricordare. Lo hanno fatto leggendo brani del libro di Pier Vittorio Buffa, «Io ho visto», trenta storie di sopravvissuti alle stragi nazifasciste. Per ricordare e per riflettere. «Perché parliamo del passato ma pensiamo al presente – ha detto subito l’autore – al Mediterraneo che inghiotte gente ogni giorno, alle stragi in Siria e alle altre che ci sono nel mondo».Buffa che è un giornalista da sempre (ha cominciato al Messaggero quando aveva 19 anni per poi passare all’Espresso e a Repubblica) lo ha raccontato come solo un cronista può fare. Taccuino e macchina fotografica ha girato l’Italia, è andato dai sopravvissuti a farsi raccontare. Poi ha scritto. Il suo libro è stato scelto dalla scuola Volta per far approfondire ai ragazzi le tematiche dell’olocausto e delle violenze perpetrate durante la seconda guerra mondiale andando alla fonte di quella tragedia. Le storie che fanno la Storia. Quelle parole non si possono perdere, come ha scritto Buffa, per questo «devi cercare di fare in modo per quelle che sono le tue capacità di raccontare ciò che uomini e donne hanno provato in quei giorni».
Ottocento morti a Marzabotto. Oltre 400 a Sant’Anna di Stazzema («quel paesino così piccolo e così inerpicato in cima a una strada di sette chilometri che all’epoca era un sentiero», racconta la moglie di Buffa che lo ha accompagnato e aiutato in questa avventura). E poi Fucecchio, Vicovaro e tanti altri luoghi e altre stragi. «Una guerra nascosta, quei morti nessuno è stato ancora in grado di contarli tutti, quindici, ventimila»,racconta Buffa ai ragazzi. Altre storie riemergono dal passato dalla voce di due attori pontini, Clemente Pernarella e Melania Maccaferri. Nella sala del Ponchielli non vola una mosca. E’ curioso come fili della Storia e delle storie riportino qui, alla nostra provincia: gli unici due ufficiali nazisti che sono finiti in carcere per due delle stragi, Kappler e Reder, sono stati detenuti per anni nel carcere militare di Gaeta. Anche Buffa ha un legame forte con Latina, è figlio e nipote di pionieri. Sua mamma è una Fratini, un cognome che è un pezzo di storia cittadina. Sullo schermo scorrono le immagini di un video realizzato dagli studenti del Grassi, mentre altri ragazzi dell’Alighieri danno voce ad altri ricordi, fino allenote finali di Lili Marlen cantata da Martina.